Affitti brevi, la riforma entra nel vivo
Affitti brevi, la riforma entra nel vivo
Il rodaggio si avvia al termine. A partire da settembre entrerà in vigore la stretta sugli affitti brevi, voluta dal governo per contrastare gli illeciti nel settore e accogliere le richieste dei sindaci, i quali da tempo chiedevano misure per calmierare i costi di locazione.
Le riforme approvate nei mesi scorsi per regolamentare il settore degli affitti brevi (quelli non superiori a 30 giorni, caratterizzati dal fatto di non richiedere la registrazione), venendo incontro alle richieste di alcuni sindaci, entrano nel vivo con l'inizio di settembre. Ecco cosa cambia per i proprietari degli immobili che sono interessati a concederli in locazione.
Arriva il codice identificativo nazionale
A partire dal prossimo mese diventerà obbligatorio per i proprietari esporre il CIN (Codice identificativo nazionale), “che dovrà essere esposto all'esterno dello stabile in cui sono collocati gli appartamenti o le strutture e andrà indicato in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato”, secondo quanto riportato dal sito del ministero del Turismo. Verrà rilasciato attraverso una procedura automatizzata dal Ministero del Turismo, previa specifica richiesta del proprietario contenente i dati catastali e i requisiti di sicurezza.
Le sanzioni per chi non rispetta le nuove norme
Da gennaio del 2025, invece, saranno ufficialmente a pieno regime le sanzioni previste in caso di mancato rispetto delle nuove norme, come stabilito dall'Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui la struttura venga pubblicizzata o si proceda alla locazione dell'immobile senza il regolare possesso del CIN, si incorre in una sanzione pecuniaria compresa tra un minimo di 800 e un massimo di 8 mila euro. La mancata esposizione del codice può comportare multe da 500 a 5 mila euro.
Sono previste, poi, una serie di misure per garantire la sicurezza agli ospiti, in linea con quanto previsto per le strutture recettive tradizionali. In particolare, è fatto obbligo di garantire che i dispositivi di rilevazione di gas e monossido di carbonio siano funzionanti. Devono poi essere presenti estintori accessibili e ben visibili, situati nelle zone dell'immobile a più alto rischio. Inoltre, è richiesto almeno un estintore per ogni piano e uno ogni 200 metri quadri dell'immobile. La mancata conformità alle nuove regole può comportare sanzioni che vanno da 600 a 6 mila euro.
Infine, in caso di mancata comunicazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), può scattare una multa da 200 fino a 10 mila euro.
Mentre è già operativa la nuova fiscalità, con l'aliquota del 26% che si applica sui guadagni a partire dal secondo immobile dato in locazione. Il prelievo più elevato scatta sui redditi di locazione maturati dal 1° gennaio di quest'anno: in questo caso non è rilevante la data di stipula dei contratti, né quella di percezione dei canoni. Se invece viene concesso in affitto breve solo un immobile, resta in vigore l'aliquota agevolata al 21%. A fronte di una pluralità di immobili concessi in locazione, chi stabilisce qual è il primo, e quindi quali sono i successivi? Al quesito ha risposto nelle scorse settimane l'Agenzia delle Entrate, chiarendo che la scelta è a cura del proprietario, il quale deve indicarlo nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta d'interesse.
La ragione della stretta e i possibili sviluppi
La stretta attuata sul settore degli affitti brevi è stata presentata essenzialmente con la volontà di regolamentare il settore, anche se il fatto che la stragrande maggioranza delle transazioni si svolga tramite piattaforme internazionali non lasciare dubbi in merito alla possibilità di risalire a eventuali violazioni di tipo fiscale.
Hanno sicuramente svolto un ruolo importante le pressioni di alcuni sindaci, che lamentano il ruolo del boom degli affitti brevi relativamente all'impennata dei canoni di locazione, con un numero crescente di cittadini che viene escluso da questa possibilità. Anche se i proprietari degli immobili, alcuni dei quali hanno fatto ricorso a mutui per acquistarli, evidenziano come la preferenza per gli affitti brevi sia piuttosto dettata dalla rigidità dei contratti tradizionali e dalle lungaggini degli sfratti in caso di mancato pagamento da parte degli affittuari.
Articolo completo su: https://www.mutuionline.it/news/affitti-brevi-la-riforma-entra-nel-vivo-00041232.asp