Mutui: aumento le richieste di tasso variabile
I mutui a tasso fisso stanno subendo dei rialzi eccezionali, complice l'impennata degli indici Eurirs a cui sono agganciati per il calcolo delle rate. L'Eurirs a 20 anni è balzato dallo 0,6% di inizio anno al 2,07%. Di conseguenza, pur mantenendo invariato lo spread (la percentuale di guadagno lordo che la banca fissa nell'operazione e che si aggiunge all'Eurirs per stabilire il tasso fisso finale) i nuovi mutui a rata bloccata sono visibilmente più cari rispetto a pochi mesi fa.
Molto più contenuto invece l'aumento registrato sui tassi variabili che, a parità di spread, variano in funzione dei movimenti dell'Euribor che finora si è mosso poco (quello con scadenza 1 mese è praticamente invariato mentre il 3 mesi, a -0,33%, è cresciuto di 20 punti base). Di conseguenza un variabile a dicembre costava lo 0,5% e adesso difficilmente si spinge oltre lo 0,8%.
L'incertezza di fondo spiega anche perché stanno crescendo i “mutui variabili con cap”, soluzioni a rata indicizzata all'Euribor fino ad una certa soglia (il cap) oltre il quale il mutuatario è comunque al riparo da ulteriori impennate degli Euribor. Ad inizio anno questi prodotti erano assenti, oggi coprono il 4% del mercato.
Fonte: ilsole24ore.com